Tu mediti? Io si.

Il significato della parola meditare è “fare un’attenta riflessione su un tema, problema, idea ecc… allo scopo di intenderli bene”, pertanto è un’attitudine naturale per l’uomo includere la meditazione per esaminare i problemi e cercare le soluzioni.

Per di più che questa pratica ci permette di trarne vantaggi anche sul piano psico-fisico: la pelle del volto si distende, lo stress si riduce….

Quando si elencano tutti questi benefici si tralascia un aspetto molto rilevante sull’argomento: l’aspetto della ricerca di se stessi! Al di là della parte più “decorativa” (dalla musiche new age, agli incensi alle acrobazie da contorsionista, tutto utile e sacrosanto), l’importante è che non si perda di vista che stiamo intraprendendo il viaggio più avventuroso ed unico che ci possa essere, quel viaggio che nessuno ha mai fatto e di cui godiamo dell’esclusiva: il viaggio dentro di noi. Il viaggio per il quale non esistono guide Lonely Planet né blog con recensioni di viaggiatori che ci hanno preceduto con le quali poterci orientare. Una scoperta pura, forse l’unico viaggio sul quale non riusciamo a farci aspettative perché non possiamo nemmeno immaginarlo cosa ci aspetta.

Quando sono stato in Thailandia ho avuto modo di venire a contatto con la spiritualità e devo rendere grazie a questo fantastico Paese per l’esperienza che ho vissuto. La spiritualità più profonda l’ho trovato nelle zone più remote lontano dai templi affollati da visitatori. Mi sono potuto fermare in un tempio silenzioso e ho provato a praticare la meditazione Vipassana. Il silenzio, la pace che regnava nel giardino, il passo felpato dei monaci che meditavano attorno alla campana, un’atmosfera riflessiva in cui tutto sembrava in armonia. Con la meditazione Vipassana, che significa “vedere le cose per come sono veramente”, ho avuto un approccio diretto con me steso, ovvero mi sono spogliato di quel chiacchiericcio mentale e mi sono messo in ascolto. Ovviamente non è facile trovare quella pace venerata da tutti, infatti è un percorso che si raggiunge con la volontà quotidiana, un viaggio fatto di piccole tappe.

Io sono del parere che non importa tanto quale tecnica meditativa si utilizza, ognuno sceglierà quella che più gli si addice. Ciò che conta è che la sentiamo nostra; ciò che conta è che ne facciamo una buona abitudine quotidiana decidendo consapevolmente in una pausa in ufficio o durante la passeggiata al parco di isolare i rumori circostanti per ascoltare ciò che c’è dentro; ciò che conta è che ci sentiamo i protagonisti di quel viaggio!

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