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Thailandia, da Chiang Mai a Chiang Rai.

Chiang Mai, famosa città della Thailandia sia per essere la seconda città thailandese più grande dopo Bangkok sia perché riscuote un certo successo tra i nomadi digitali.

In effetti è proprio questo il motivo che mi ha spinto a Nord. Quello che mi colpisce subito è l’atmosfera molto occidentale e spazi di coworking dal design moderno, l’offerta di bevande e cibo nei locali è vastissima e la rete wifi praticamente ovunque!

 

E per i più “nomadi”, ecco una piccola lista di alcuni coworking della zona:
PUNSPACE  |  CAMP  |   WAKE UP 24HRS 

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A ciò si contrappongono i templi maestosi e coloratissimi che mi riportano alla dimensione prettamente asiatica. Sono tutti molto rumorosi e affollati dai turisti ansiosi di cogliere in uno scatto fotografico ogni minimo particolare decorativo di questa architettura tanto particolare e, perché no? di sbirciare qua e là oltre le porte che conducono alle “case” dei monaci, figure simpatiche vestite di arancione che destano molta curiosità nei non buddhisti.

 

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In proposito, devo dire, che il tempio che più mi ha colpito di più è stato quello di Wat Rampoeng, appena fuori città ai piedi della foresta – sede del Northern Insight Meditation Center, dove si può vivere l’esperienza di un soggiorno all’insegna della pratica della meditazione Vipassana.
Solo un paio di turisti che riprendono il canto corale dei monaci uniti in preghiera, tutto in legno marrone che si alterna ora al colore verde ora a quello dorato. Attorno regna la pace di un piccolo giardino frequentato solo da monaci e allievi di meditazione.

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Passando tra i vari templi, dal Wat Suan Dorg al Wat Phrathat Doi Suthep fino al Wat Chiang Man, nella zona del Wat Chedi Luang

vengo colpito da un particolare interessante, i cartelli appesi agli alberi massime della filosofia buddhista, scritti sia in lingua thai sia in inglese. Ormai non vedo l’ora di imbattermi sul prossimo cartello per lasciarmi stupire dalla saggezza buddhista! Trovo che questo sia un modo originale di veicolare il pensiero buddhista lasciando al lettore la possibilità di riflettere su ciò che ha appena letto, in tranquillità, all’ombra di un albero.

Chiang Mai ha mantenuto i suoi tratti asiatici accogliendo però le persone occidentali e i loro usi e costumi occidentali in un mix che sembra funzionare molto bene.

 

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Welcome to Chiang Rai

ChangRai è un’altra meta molto gettonata per coloro che si avventurano verso la Thailandia del Nord. Così dopo 3 ore di bus (che a fatica è arrivato a destinazione) finalmente il paesaggio comincia a cambiare.

Meno vita da città e meno turismo sono le prime impressioni appena arrivato. Scelgo di visitare i posti che mi ero prefissato di vedere, tra cui Wat Rong Khun (noto come il Tempio Bianco).

 

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L’impatto è notevole sopratutto per il colore bianco che sovrasta la zona e per la particolarità architettonica di questo tempio che rappresenta in modo stravagante il passaggio dall’inferno al paradiso. Le zone esterne al tempio sono tutte verdi, molto silenziose e… sí, piene di giapponesi che fanno foto 😉

Così dopo una breve visita a questo tempio, fin troppo sponsorizzato dal turismo per i miei gusti, non mi faccio mancare un paio di particolarità di ChangRai. Stiamo parlando dell’avventura sugli Elefanti in mezzo alla foresta, fino al villaggio delle famose “donne giraffa”, famose per il loro collo lungo, forzato in maniera ovviamente innaturale da tutta una serie di anelli di ottone.

 

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Altra attrazione del luogo è il Black House Museum (un altro tempio molto macabro che non vi sto a spiegare, cercate su google) ma devo dire che ciò che mi è piace di più di queste zone è la natura con i suoi giardini di fiori e infinite piantagioni di tè, che conferiscono al luogo un grande fascino quindi decido di abbandonare la confusione e godermi la tranquillità della vallata di tè che si perde all’orizzonte.

Natura – Opere artistiche 1:0

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